domenica 15 febbraio 2015

Gastronomia, dalle Canarie al resto del mondo

In pochi giorni, per ragioni diverse e assolutamente non connesse fra loro, ho avuto occasione di fare considerazioni, da solo o con altri, in merito all'opportunità e al piacere di avere un'alimentazione quanto più varia possibile. Ho iniziato con una mia amica che mi chiedeva ricette per cambiare regime alimentare non fornendogliene, ma illustrandole le mie idee in merito all’alimentazione che, in linea di massima, sono quelle molto semplici suggerite in qualunque dieta bilanciata ... varietà, varietà, varietà e ingredienti (per quanto possibile) freschi e di stagione. 
Io mi reputo fortunato per essere fra quelli che non hanno restrizioni non essendo limitato da allergie o intolleranze, né da proibizioni religiose, né da scelte filosofiche. Avendo oltretutto una discreta apertura mentale di base, ulteriormente ampliata grazie ai miei tanti viaggi, posso anche divertirmi ad ordinare scegliendo un qualunque nome fra quelli scritti o proposti a viva voce e aspettare fino all'arrivo del piatto per capire (forse) di che si tratta. 
Ieri, nel corso della charla (chiacchierata) culinaria postprandiale con Tata, l'eccezionale cuoca della tasca (trattoria) di Punta Brava, ineludibile tappa giornaliera per pranzo, abbiamo considerato che in questi miei 10 primi giorni non ho mai mangiato due volte la stessa pietanza senza neanche aver avuto bisogno di aprire il relativamente scarno menu. Nella piccolissima cucina Tata (proprietaria e cocinera, nella foto) prepara ogni giorno qualcosa di diverso, piatti che non sono elencati in carta e spaziano da zuppe e minestre a pesce, carne e altro. Quello nell'angolo è il mio tavolo abituale, dei quattro che si trovato in questo minuscolo cortile (ma c'è anche qualche altro tavolo all'interno).
   
A volte ho mangiato piatti unici, a volte una minestra e qualcos’altro, quasi sempre ricette esclusive delle Canarie. Non mi dilungherò in descrizioni dettagliate limitandomi a fornire pochi indizi, invitando coloro che amano confrontarsi con nuovi sapori e combinazioni, e ancor di più chi ama cimentarsi ai fornelli, a fare una ricerca in rete, giusto per avere qualche idea e vedere come si presentano questi piatti (non potendo assaggiarli in loco).
Rancho canario (originale minestra con vari tipi di carne fresca, ceci, pasta, patate, verdure varie, spezie, …), Escaldon de gofio (tipicissima pietanza canaria, leggete la ricetta e qualcosa sul gofio, che si trova solo alle Canarie), Fideuà (simile alla paella, ma con pasta corta - fideos - invece del riso), lasagna di verdure (niente a che vedere con quella italiana, altro criterio), Garbanzas (zuppa di garbanzos, ceci, notate il cambio di genere), Fabada (attenzione, fabas sono i grandi fagioli “bianchi di Spagna”, precisamente asturiani, e non, come si penserebbe, le fave che invece sono habas), lentejas (lenticchie). Tutte le suddette minestre a base di legumi sono arricchite con spezie e vari tipi di carne fresca e/o insaccati.
Carni: conejo en salmorejo (coniglio in salsa tradizionale) e carne de cabra (stufato di capra, altro piatto tipico dell’isola) ... semplicemente eccezionale.
Pesci: cherne encebollado (cernia … con tante cipolle, oltre a pomodoro, peperoni e spezie), chicharros (sugarelli) - quelli di piccole dimensioni si friggono e si mangia tutto (testa, spine, coda), sono gli stessi che in Portogallo troverete sotto il nome di carapauzinhos, Tollos (canesca, una specie di squalo) nome esclusivamente canario, in Spagna è conosciuto come Cazón en adobo, e infine una classica dorada a la espalda (orata tagliata lungo le spine lasciando le due metà unite) e chocos (seppie) alla griglia. 
Fra i contorni hanno dominato le inevitabili papas arrugadas (letteralmente patate rugose) piccole patate di produzione locale servite con salse altrettanto tradizionali, fra le quali la mia preferita è il mojo verde (a base di olio con aglio, prezzemolo, coriandolo o cilantro che dir si voglia, un paio di tipi di peperoni; alcuni aggiungono cumino e/o aceto e qui iniziano discussioni infinite)
Ciò che vado a dire non vuole essere chiaramente un vero paragone fra i ristoranti tre-stellati e una tasca (o un qualunque guachinche collinare), ma a mio modesto parere la ricchezza, la semplicità, la spontaneità di queste pietanze tipiche, servite in economici piatti (tondi come da tradizione), le pongono ad un livello nettamente superiore a quello dei tristissimi piatti quadrati o a mezzaluna (firmati, chiaramente) dove giacciono sconsolatamente isolati e ammucchiati i 30 grammi di riso o i 35-40g di pasta, sormontati da una foglia a mo’ di bandiera, circondati da densi rivoletti di aceto balsamico (insopportabile in quanto ormai quasi onnipresente) e sorvegliati da un ciuffo di finocchietto da un lato e da una carotina tagliata in modo eccentrico dal lato opposto, il tutto "spolverato" con ... chissà che. 
Sono perfettamente conscio del fatto che molti non saranno d’accordo (almeno altrettanti, però, la pensano come me), ma fra questi due modi di vedere, e di mangiare, ci sono infinite possibilità per nutrirsi bene utilizzando ingredienti molto differenti e chi non è intransigente può senz'altro anche alternare cucina tradizionale e nouvelle cuisine. Direi che la diversificazione dovrebbe cominciare fin dal mattino, variando la prima colazione che è il pasto che per quasi tutti è il più ripetitivo e standardizzato o addirittura esattamente lo stesso 365 giorni l’anno.
A proposito di questa terza e ultima considerazione, vi invito a guardare il simpatico video, prodotto negli Stati Uniti e riproposto da Repubblica, nel quale si fanno provare a dei bambini delle prime colazioni tipiche di vari paesi. 
Non vuole essere niente di serio e non è una candid camera in quanto appare chiaro che è tutto organizzato e i giovani protagonisti sono ben consapevoli di essere ripresi, eppure delle reazioni sono assolutamente spontanee e certamente divertenti. Anche alcuni commenti sono esilaranti come quello del primo bambino che dice “ho appena trovato un pesce morto” o l’altro parlando del toast con cioccolato “la madre direbbe che non è assolutamente salutare” (non  trovo modo migliore di tradurre “too unhealthy”).
Come sono state proposte prime colazioni veramente diverse da quelle abituali, perché non ampliare l'idea allargandola ai pasti principali e coinvolgendo anche agli adulti? Perché non impegnarsi un po' per assaporare nuovi gusti, saggiare nuovi cibi, provare nuove combinazioni di ingredienti, anche comuni? Si avrebbe una gamma di scelta molto maggiore, si affinerebbe il gusto e con la varietà si migliorerebbe comunque la qualità dell'alimentazione.

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