sabato 16 gennaio 2016

Ricordo solo parte di ciò che ho visto, talvolta con particolari non del tutto veri

Déjà vu * Jamais vu * Presque vu

Questo del titolo è un concetto del quale sono convinto e penso che alla maggior parte degli esseri umani capiti lo stesso. Di solito è riferito ad una storia di vita vissuta nella quale, in particolare con il passare del tempo, si omettono fatti ritenuti poco significativi e si arricchiscono quelli reputati sostanziali, drammatici o divertenti. Personalmente lo cito mettendo in guardia chi ascolta un mio racconto di viaggi che qualche particolare potrebbe non essere esattissimo, ma ciò che conta è il ricordo ... non siamo mica in tribunale!

Similmente, a chi non è capitato di sostenere, in totale buona fede, la presenza di una certa persona in un tale posto in una determinata occasione, la non esistenza di qualcosa arrivando a giurare di non averla mai vista pur avendo frequentato i luoghi? Una illuminante e divertente dissertazione (non scientifica) in merito a tre fenomeni correlati si trova in un passo di Catch-22 (Comma 22) geniale romanzo di Joseph Heller del 1961 dal quale fu tratto il film omonimo di Mike Nichols (1970). Di solito si parla di solo uno di essi, utilizzando un termine francese divenuto di uso comune: déjà vu (già visto) - sembra che almeno il 60% delle persone lo abbia vissutoa almeno una volta nella vita. Gli altri due termini, dei quali venni a conoscenza quando lessi il libro una trentina di anni fa sono jamais vu (mai visto) e presque vu (quasi visto).  
  
Trascurando il primo e più famoso, in quanto trovo inutile portare esempi, passo agli altri due che molti di voi che state leggendo questo post avranno già associato ad alcune proprie esperienze.
Uno degli eventi più comuni riconducibili al jamais vu è si verifica nella descrizione di percorsi o ubicazioni di edifici, negozi, strade ... chi spiega fornisce dettagli che presuppone l’ascoltatore conosca, ma questi nega di averli mai visti pur essendo passato di lì numerose volte.
Es. - “...nel palazzo subito dopo il semaforo (o la cappella, o il tabaccaio, ...)” e l’altro risponde “Quale semaforo? Non c’è nessun semaforo.” Nella maggior parte dei casi è l’ascoltatore a sbagliarsi ed è difficile convincerlo se non quando se ne renderà conto con i propri occhi. Chiaramente entrambe sono in perfetta buona fede.
Il terzo e ultimo caso è il presque vu che, come déjà vu, è sempre a totale nostro carico ed è quello che più fa innervosire (almeno per quanto mi riguarda), in particolare nella ricerca di qualcosa. Già il fatto di cercare e non trovare un certo oggetto o una parola in un testo pur essendo certi che sia lì è abbastanza seccante, ma è il presque vu che ci porta all’irritazione.
Es. - Scorrendo velocemente un testo, o giusto dando un’occhiata ad una pagina, ad un certo punto ci colpisce una parola che suscita il nostro interesse. Tornando indietro con lo sguardo non si trova più! A volte si deve rileggere tutto con attenzione per vederla, ma in altri casi, anche dopo una seconda lettura, la parola sembra essere sparita. Non riusciamo a trovarla o ci siamo illusi di aver visto qualcosa solo perché era interessante per noi? Abbiamo forse semplicemente combinato in modo erroneo una serie di lettere? Molte volte si resta con il dubbio.
Similmente, chi cerca un libro o un cd in uno scaffale potrà vedere per un istante ciò che cerca e poi non trovarlo più o notare un titolo o autore che non era fra i suoi obiettivi che poi “misteriosamente” sparisce.
Il presque vu viene spesso associato al “sulla punta della lingua”.
A tutt’oggi le cause dei suddetti fenomeni non sono state dimostrate anche se ci sono numerose teorie che ne forniscono spiegazioni plausibili.

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