mercoledì 11 maggio 2016

Via Campanella è aperta ... resoconto della mia visita

Dall’inizio di maggio la strada è di nuovo liberamente percorribile fino al faro (a piedi) e quindi dopo pochi giorni dal mio rientro sono andato finalmente a rendermi conto dei lavori che hanno sollevato tanto polemiche, anche da parte di chi non è mai stato sul posto. Ora quelli che non ci sono ancora andati possono almeno cominciarsi a fare un’idea della consistenza e della qualità dei lavori, comunque li si voglia vedere.
   
Il nuovo muretto di protezione (lato valle) lungo via Campanella inizia appena dopo il  bivio di via Mitigliano e prosegue, quasi ininterrotto, fino alla punta. Costruito in pietra calcarea e (visto che lo scopo è quello di garantire la sicurezza) consolidato con malta cementizia. 
Al contrario, i muri e muretti a monte sono discontinui, ce ne sono di vecchi, recenti e del tutto nuovi, pochi con cemento, quasi tutti a secco. 
Alcuni dei più antichi (a secco) sono in cattive condizioni (spanciati = abbuffati) e pronti a cadere. La strada è quasi completamente lastricata, dico quasi in quanto nei casi in cui a monte non è limitata da un muro, esiste una sottile striscia di terra battuta.
In questo album trovate 46 foto, incluse le poche inserite in questo post, esattamente nell’ordine nel quale le ho scattate procedendo in direzione di Punta Campanella. Per maggior precisione ho aggiunto anche qualche commento chiarificatore.
Tornando alla strada, si può dire che fino a poco oltre Cancello non è cambiato molto il quanto è stato solo sostituito l’asfalto con la nuova pavimentazione in pietra e parte del muretto a valle in pietra e cemento era già stato costruito con un precedente intervento nel quale si provvide anche a lastricare un centinaio di metri poco a valle dell’edicola di Cancello, nei pressi della quale è stato apposto un secondo cartello di divieto di transito.
Si prosegue per il lungo tratto quasi pianeggiante sempre accompagnati da muretti (pietre e cemento a valle, solo pietre - a secco - a monte) interrotti solo per mantenere gli accessi ai vari fondi. Per quelli solo pedonali a monte sono stati costruiti alcuni scalini in pietra calcarea.
   
Come si vede dalle foto sono state preservate tutte le pietre antiche (lavorate e mediamente ben più grandi delle moderne) e quelli che già conoscevano il percorso alla loro prima visita noteranno che quelle adesso visibili (e calpestabili) sono aumentate considerevolmente. Inoltre ne sono state scoperte alcune al lato della strada (lato mare) in corrispondenza del bivio per Rezzale dove, per questo motivo, il muretto si interrompe e la protezione è garantita da balaustra in pali di castagno. (vedi foto in basso)
   
Già da vari anni, dove non c’erano le pietre, si era creato un profondo solco che in taluni punti creava qualche problema ai meno agili e a quelli con passo poco sicuro (e non sono mancati gli incidenti). Tutti questi tratti sono stati riempiti e coperti con cemento che va ad affiancarsi al basolato romano nei punti in cui questo è parziale (di solito solo lato mare).
La precedente pavimentazione in pietra esistente già da un paio di decenni nel tratto finale non è stato toccata e una volta giunti lì si vede finalmente la Torre Minerva e l’isola di Capri senza più la bruttura dell’edificio fatiscente che fu costruito d’urgenza dopo l’esplosione del vecchio faro (foto in basso), ed è per questa demolizione che fu portata la ruspa a Punta Campanella e non per altri motivi come capziosamente suggerito da alcuni.

Anche se mi sarebbe piaciuto un percorso più “arioso”, senza il continuo muretto a valle (personalmente sono contrario anche ai passamano in legno a meno di pericolosità effettiva), non mi è apparso un gran disastro, almeno fino all’inizio della discesa finale. Questa se da un lato ha “guadagnato” superficie lastricata originale a vista, riempiti i profondi solchi e livellati i vari salti (anche oltre mezzo metro) dall’altro ora presenta lunghe strisce di cemento a vista che così come appaiono adesso sono veramente orrende. Tuttavia, mi è stato detto che sembra si stia pensando ad una soluzione per migliorarne l’aspetto ... e spero che sia così.
Infine, ho notato che i pali di sostegno delle linee aree ENEL/Telecom sono molto diminuiti di numero, ma non saprei valutare il numero esatto, e ora ne rimangono relativamente pochi ancora in piedi.

Ulteriore sopralluogo
Approfittando della bellissima giornata e trovandomi già a Punta Campanella ho deciso di tornare via Rezzale, Vetavole, Vuallariello, Selva, Cercito anche per vedere quale impatto avesse avuto il passaggio dei circa 200 partecipanti alla gara di domenica 8 maggio (Trail Ieranto - Campanella).
Risalendo quindi lungo il sentiero CAI 300 del crinale, superato il belvedere di Rezzale ho trovato un paio di nastri di segnalazione bianco/rossi a una certa distanza fra loro e ho pensato che distrattamente li avessero dimenticati lì.
Proseguendo ne ho trovati invece molti altri e fino alla fine del secondo tratto ripido (in prossimità del belvedere dal quale la Baia di Jeranto appare come un lago a forma di cuore, foto in alto) ne ho contati e rimossi almeno 30. Di lì in poi, fino all’inizio del sentiero Vuallariello, solo altri 2 e ho pensato ad una mancanza di organizzazione o di comunicazione nella pianificazione della ripulitura del percorso avvalorato dal fatto che lungo via Campanella ne avevo notato solo uno e successivamente nella discesa della vicinale Selva assolutamente nessuno.

Sapendo che gli organizzatori sono attenti alla rimozione dei nastri ho chiesto ad alcuni e mi hanno riferito che l’avrebbero fatto mercoledì (oggi) e che anche in altri tratti del percorso non erano stati ancora recuperati. Sono certo che sarà così e che non vogliano lasciare alcun ricordo negativo di una bella gara che ha richiamato tanti amanti della corsa in ambiente naturale nella zona. Tuttavia non capisco il motivo per il quale non si sia provveduto immediatamente visto che dopo la conclusione della gara c’erano  ancora molte ore di luce e che sarebbero bastate un paio di persone per ripulite tutto in meno di tre ore. Ma gli stessi “assistenti/controllori”, lasciando le loro postazioni, avrebbero potuto eseguire il lavoro rientrando a Termini sempre che non fosse previsto il cosiddetto “fine-corsa” che senza percorrere un metro in più avrebbe risolto comunque il problema.
Spero che il vento di oggi non porti in giro plastica bianco/rossa. 

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