martedì 14 febbraio 2017

“Il Fato è il risultato della somma delle proprie stupidaggini” (Ove)

Molti già conoscono la mia passione-ossessione per l’osservazione della stupidità umana e quindi non si meraviglieranno di questo ulteriore post sul tema dopo aver trattato in vari post di vari anni l’affascinante teoria delle Leggi della stupidità umana del prof. Carlo Cipolla. Non vi fate ingannare dal titolo dello studio (molto acuto) né dal cognome dell’autore (vero), stimatissimo docente di storia economica in Italia e negli Stati Unti.
Vari giorni fa mi ero ripromesso di tornare sull’argomento e il caso ha voluto che in tre giorni ho visto casualmente (ma non troppo) tre film che per motivi diversi sono attinenti alla stupidità umana. I tre hanno in comune il fatto di essere fra i 5 candidati all’Oscar per il miglior film di lingua non inglese.
Nel primo, A man called Ove (Hannes Holm, Swe), il protagonista pronuncia una meravigliosa frase che, a prescindere dall’essere originale o meno, decisi all’istante di utilizzare come titolo del post e che mi fa piacere ripetere per ribadire il mio apprezzamento per l’aforisma: 
“Il Fato è il risultato della somma delle proprie stupidaggini”.
Nei due film successivi The Salesman (Asghar Farhadi, Iran) e Toni Erdmann (Maren Ade, Ger), seppur in contesti assolutamente differenti e con intenzioni  e toni ancor più diversi, le azioni, le reazioni e le situazioni create volontariamente o subite senza cercare di porre rimedio pur essendo chiari i più che probabili danni  conseguenti forniscono innumerevoli spunti di riflessione. Nel primo uno “sfortunato” evento (comunque conseguenza di una leggerezza della protagonista) causa una serie di reazioni a catena che mina alla base il rapporto con il partner che (quando ha qualche buona idea) viene ostacolato e vi rinuncia quasi passivamente ... continuando ad aggravare la situazione. Nel secondo il rapporto difficile è padre/figlia ed entrambi fanno il possibile (secondo loro a fin di bene e per affetto) per rovinarsi vita e carriera ... ma questa è una stupida commedia, neanche divertente.
Sottolineando che nessuno è del tutto esente da comportamenti simili, il fatto di essere più preparati sul tema e la capacità di prendere atto dei propri errori in tempi quanto più brevi possibile, spesso sono sufficienti a limitare i danni e ad evitare catastrofi. Talvolta può sembrare che si vada contro i buoni sentimenti, la solidarietà e l’ affezione (dall’amore parentale/filiale, all’amicizia, all’affetto verso animali) ma se il risultato deve essere un danno per entrambi i soggetti, “cinicamente” (ma non troppo) penso che si debba evitare di cadere nei luoghi comuni in modo che almeno uno dei due soggetti “si salvi”.

Sulla scorta delle Leggi della Stupidità Umana del prof. Cipolla, dividerei in due grandi categorie quelli che lui chiama “stupidi” che oltre che nel loro quadrante si trovano anche in quelli contigui fra i banditi e gli sprovveduti e tutti insieme formano la massa di autolesionisti. La mia osservazione è che molti di questi sono più che responsabili delle loro disavventure, facendo il possibile per cacciarsi nei guai senza mai applicare alcuna regola di buonsenso o di cautela. Certo esistono eventi sfortunati imprevedibili che è quasi impossibile evitare, ma se (statisticamente) ad ognuno di noi ne spetta una parte perché accollarcene ulteriori per nostra propria scelta (colpa)?
Penso che le vie dell'autolesionismo debbano sostanzialmente dividersi in due grandi gruppi: quella diretta e quella "di ritorno". Per portare esempi banali ma tristemente reali, il primo comprende chi, da savio, volontariamente si ubriaca pur sapendo che deve tornare a casa in auto e poi si sfracella; il secondo quelli che da sobri, pur vedendo un loro amico palesemente ubriaco mettersi alla guida, non solo non lo fermano, ma per assisterlo e non volendolo offendere facendogli notare che è ubriaco, salgono nella sua macchina sfidando la sorte.
Molti sono i casi simili che comprendono anche tutte quelle altre azioni "buoniste-educative" di nobili intenzioni, ma in effetti ci si affida a degli inesperti, o peggio, incapaci, per portare a termine compiti non alla loro altezza. Qui il discorso viaggia su un filo di rasoio in quanto è molto difficile percepire il limite fra il dare la necessaria fiducia a principianti, studenti e apprendisti (altrimenti come imparano?) e mettersi ciecamente nelle mani di persone oggettivamente non preparate  per determinati mansioni.

Comunque sia e comunque la pensiate, direi che un po’ di attenzione, buonsenso e prudenza ci farà forse perdere quale occasione unica (anche se non c’è controprova) ma senz’altro ci eviterà un sacco di grattacapi.

Ricercando "stupidità" in questo Blog troverete numerosi post di vari anni fa che comprendono anche dettagliati commenti in merito alla Teoria del Cipolla.

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