mercoledì 22 febbraio 2017

Piove ... niente rilievi ... ottimo surprise potluck hawaiiano

Nonostante le previsioni di poche gocce fino alle 9, per tutta la mattinata ci sono stati brevi ma intensi scrosci di pioggia. Appena entrato all'Orto Botanico dall'ingresso del personale, mi ha bloccato Iris invitandomi al party mangereccio da lei organizzato per festeggiare Josh, appena nominata direttrice degli Honolulu Botanical Gardens. Non c'è voluto molto per convincere Naomi (la botanica con la quale sarei dovuto andare a rilevare la mappa di un altro Orto) a rinunciare ad un giro sotto la pioggia e nel fango e cambiare il programma in revisione di un'altra cartina e POTLUCK!
Cosa sarà mai un potluck? Semplice, è il termine comune con il quale negli States si indica un party gastronomico nel quale ognuno porta qualcosa da mangiare. Il termine nasce con altro significato dalla combinazione di pot (pentola) + luck (fortuna) ma ormai è divenuto di uso comune con il significato suddetto. Qui a Honolulu, visto che i vari piatti da spizzicare sono detti pūpū, in alternativa il potluck viene anche chiamato pūpū partyCome sottolineai nel primo post di questa serie hawaiiana, la popolazione dell’arcipelago è a maggioranza asiatica e, per fortuna, il cibo rispettava la distribuzione etnica. Ecco ciò che era sul tavolo:
  • poke di ahi (tunnide locale di taglia medio grande, fino a 2 metri)
  • vermicelli di riso stile coreano
  • riso con carne e verdure
  • sushi assortiti
  • una specie di involtini primavera
  • chili vegetariano
  • ali di pollo fritte
  • insalata verde mista
  • dolce di guava
  • ottimi biscotti caserecci secchi, non di quelli burrosi con mandorle provvisti in quantità industriale dalla zia di Iris e quindi conosciuti all'Orto come auntie's cookies, e tenuti in grande barattolo a disposizione di chiunque ne voglia.
Il giardiniere filippino si è lamentato del fatto di non essere stato avvertito per tempo e per questo ci è mancato una specialità filippina.  
Il pūpū del quale probabilmente nessuno di chi legge ha mai sentito nominare è il poke, piatto hawaiano più che tradizionale. Come anticipato, è a base di pesce ... crudo. Si può fare anche con polpo, salmone o altri pesci, ma quello con l’ahi (tonno pinna gialla) è senz'altro il più tradizionale e il più comune ... ed ottimo. L'ingrediente base è unico, tagliato a cubetti, tutto il resto sono condimento, erbe e spezie: 'alaea (detto sale delle Hawaii, sale marino grosso al quale è stata aggiunta argilla vulcanica che conferisce un colore rossastro), cipolla, chili water, scalogno, alghe, sesamo, noci macadamia, soya, olio, peperoncino o pepe, aceto.
Una volta condito e dopo aver ben mischiato, refrigerare per un minimo di due ore, ma c’è anche chi prepara il poke un giorno per quello successivo.
Ricetta fornite dall'autore, nativo di Oahu, ma come è chiaro a chiunque si diletti a cucinare, o anche solo ad assaggiare, la lista di ingredienti è molto variabile e cambia da casa a casa. Con lui ho parlato di un altrettanto famoso cibo locale, tuttavia molto meno appetitoso, ma principale fonte di carboidrati e amido: il poi , una specie di densa purea di taro, tubero simile alla patata ma molto più ricco di amido (e molto meno saporito). Per secoli è stato l’alimento base della dieta polinesiana in genere, per il suo alto contenuto di carboidrati complessi ed in particolare amido, oltre ad essere ricco di vitamina A. Nella foto a sx potete avere un'idea di come si presenta ... 

A quelli ai quali piace sperimentare e sanno come combinare gli ingredienti, consiglio certamente di provare ad adattare il poke, egualmente non suggerisco di perdere tempo a cercare il taro per preparare il poi.
Nota puramente statistica: anche i presenti rispettavano la ripartizione delle "razze" alle Hawaii, fra la quindicina di presenti, gli haole (i "bianchi") erano solo 4, contando anche me, 3 gli hawaiiani, il resto asiatici.

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